Ai miei studenti
(La vostra Prof)
Nello svolgere la mia attività di docenza, compito che (va ricordato) è per un ricercatore universitario sempre facoltativo ( e svolto dopo accettazione scritta di un incarico in ‘affidamento’), ho sempre seguito il mio intuito e, col passare del tempo, ho potuto sperimentare dal vivo il credo senechiano che: insegnando si impara. Dai miei studenti, stranieri e italiani, giovani e non, ho ricevuto in dono la consapevolezza che, nel confronto accademico, si impara e ci si arricchisce non soltanto nel merito delle discipline insegnate o apprese ma, soprattutto, nel merito umano: cioè si impara a vivere una vita migliore, ampliando i nostri orizzonti.
Chiunque si porga con interesse e curiosità di fronte a ciò che noi, in qualità di docenti, intendiamo trasmettere, instaura con noi un circuito positivo di scambio intellettivo, di conoscenze e valori che costituiscono il vero tesoro di chi svolge docenza.
Il mio bagaglio di docente-discente, è e sarà per me un tesoro non deperibile che custodirò per tutta la vita.
Poiché in fondo, come sosteneva Jean Jaurès: “non si insegna quello che si vuole (…né) quello che si sa o quello che si crede di sapere: si insegna e si può insegnare solo quello che si è”.
Ciò rende questo lavoro non una fatica ma un percorso di arricchimento reciproco tra chi insegna e chi apprende.
Se, da una parte, il senso di fallimento seguito all’ingiusto sopruso della privazione della cattedra universitaria ha fortemente minato la mia motivazione riguardo alla docenza, dall’altra esso ha, viceversa, incrementato la mia motivazione verso lo studio e la ricerca. E non è riuscito comunque a spegnere il desiderio di comunicazione con gli studenti.
Purtroppo il desiderio rimettersi in gioco e trasmettere a voi studenti quella fiducia nella istituzione universitaria italiana che io stessa ho perduto è venuto meno, tuttavia è proprio il colloquio con voi che, come una cartina di tornasole, conferisce ancora valore alla mia attività di ricerca, attività che in tale riscontro acquista senso e valore, ora come in passato. Esso è un feedback autentico e incontestabile.
Grazie anche agli attuali strumenti informatici di comunicazione e trasmissione del sapere, ho la speranza di poter tenere vivo con voi quel filo diretto che durante il mio soggiorno all’estero non è cessato ed è stato animato da tutti coloro che hanno continuato a manifestarmi la loro fiducia.
Auspico che possiate, nonostante la desolante situazione accademica in cui versa ormai questo paese, continuare a trovare, anche con il mio sostegno, il vostro personale e originale percorso universitario e umano e, al contempo, che troviate la forza, quando necessario, di esprimere il vostro dissenso e la vostra indignazione di fronte ai frequenti casi di slealtà e scarsa onestà intellettuale che affliggono il sistema universitario italiano ancora basato su una concezione gerarchica e opportunistica del lavoro accademico.
A voi giovani studenti e ricercatori e (sebbene ormai tardi) ancor più a me stessa, sento il diritto dovere di ricordare il monito del forte e umile magister Seneca:“sa indignarsi solo chi è capace di speranza”.
Vi auguro di non cedere allo sconforto e, sopra ogni cosa, di riuscire con tempismo a distinguere i veri dai falsi maestri; ad allontanarvi con ancor maggiore tempismo, ai primi inequivocabili indizi, dalle lusinghe interessate degli ipocriti e falsi mentori che con promesse vane sfruttano il lavoro di tanti studenti e ricercatori scippando spesso loro il futuro.
Come raccomandava il troppo precocemente scomparso Steve Jobs, tenete a mente sempre ciò che io purtroppo, per malriposta fiducia e ingenuità, non ho fatto: “Sometimes life hits you in the head with a brick. Don’t lose faith. I’m convinced that the only thing that kept me going was that I loved what I did. You’ve got to find what you love. (…). Your time is limited, so don’t waste it living someone else’s life. Don’t be trapped by dogma – which is living with the results of other people’s thinking. Don’t let the noise of others’ opinions drown out your own inner voice. And most important, have the courage to follow your heart and intuition. They somehow already know what you want to become. Everything else is secondary.”
“Avete a disposizione un tempo limitato, dunque non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro (e, aggiungerei, svolgendo il vostro lavoro al posto di qualcun altro). Non lasciate che il rumore delle opinioni degli altri soffochi la vostra voce interiore.”
La vostra Prof.